La World Cup e la qualificazione olimpica non sono stati un fuoco di paglia casuale; la Nazionale di volley maschile si è ritrovata davvero e continua a confermare il trend positivo anche a questo Campionato Europeo, migliorandosi partita dopo partita.
Grande merito va al Commissario Tecnico Gianlorenzo Blengini: subentrato a Berruto dopo il disastro nella Final Six della World League, ha creduto fermamente nelle possibilità di questo gruppo, infondendo tranquillità e unità d'intenti e ripartendo da alcuni punti fermi: Zaytsev opposto, Giannelli palleggiatore titolare ( grado guadagnato sul campo), inserimento di Juantorena in banda insieme a Lanza, Colaci libero e giocatori come Vettori e Rossini consci del proprio ruolo e di avere la possibilità di ritagliarsi comunque un ruolo importante. Stabilito questo, il gruppo si è ricompattato prima davanti l'obiettivo della qualificazione olimpica, ora davanti a quello dell'Europeo; si è liberato da tutte quelle paure e nervosismi che avevano tarpato le ali agli Azzurri nella World League. Soprattutto ha ritrovato il piacere di giocare insieme, aiutandosi a vicenda nella fase di copertura e ricostruzione e poi liberando tutto l'enorme potenziale in attacco.
La World Cup è stata una bella impresa, l'Europeo è il banco di prova di questa nuova Italia. Il girone viveva dello scontro diretto con la Francia: era chiaro infatti come Estonia e Croazia non fossero avversari molto probanti. Gli Azzurri hanno affrontato i match contro estoni e croati con il giusto approccio, vincendo facilmente, ma dando comunque l'impressione di avere margine di miglioramento, soprattutto da un punto di vista della continuità. Quando Zaytsev in attacco e in battuta va in modalità "on fire", quando Juantorena unisce attacco, ricezione e servizio, Giannelli spinge palloni puliti da distribuire alle sue bocche di fuoco, quando il muro con Buti e Piano funziona bene e c'è intensità in copertura e in ricostruzione, non ce n'è stato per nessuno; quando gli Azzurri si sono rilassati un pochino, anche estoni e croati si sono fatti sotto.
Il match con la Francia ha rappresentato il classico caso nel quale una sconfitta può fare bene. Difficile accettare di perdere al quinto set dopo essere stati avanti 2 set a 0: dopo due set perfetti, forse gli Azzurri pensavano che la Francia potesse mollare già al terzo, invece hanno subito la rimonta blues che ha instillato dubbi e vecchie paure. Di certo è stato il momento più difficile della gestione Blengini: erano diverse partite che l'Italia era in serie positiva, e perdere così, proprio nella partita più importante del girone, poteva essere un contraccolpo psicologico negativo per il prosieguo del torneo, tanto più che il playoff per i quarti sarebbe stato contro la Finlandia, la nostra nemesi delle ultime manifestazioni internazionali. Blengini non ha perso la calma e la fiducia nei suoi uomini, confermando il sestetto sul quale ha puntato fin dall'inizio. Gli Azzurri hanno reagito alla grande, quel tie break con la Francia deve aver fatto scattare un ulteriore molla nel gruppo. Il match con la Finlandia è stato più difficile di quanto dica il risultato, proprio perchè c'era qualche scoria francese da smaltire, vedasi i problemi in ricezione soprattutto di Lanza; ma gli Azzurri non hanno mai sbagliato l'approccio ai set, dimostrando di saper soffrire e appoggiandosi ai loro leaders tecnici che hanno trascinato tutto il gruppo: Zaytsev, Juantorena, Giannelli sono stati eccezionali, ma anche Buti e Piano sono stati importanti e Colaci è cresciuto di partita in partita. Lo stesso Lanza ha avuto una grande reazione e superate le sue difficoltà con la Finlandia, è tornato ad essere importante in attacco e prezioso in ricezione.
Questo dimostra che il gruppo è unito ed è stato presupposto fondamentale per il capolavoro messo in scena nei quarti di finale contro la Russia campione in carica, che aveva già battuto una squadra come la Serbia. Mercoledì abbiamo assistito a una delle partite più belle della Nazionale di volley maschile. Nella cornice straordinaria del palazzetto di Busto Arsizio l'Italia ha annichilito la Russia con una pestazione superlativa sotto tutti i punti di vista. Gli attacchi di Zaytsev e Juantorena, molti di grande fattura tecnica, la regia sicura di Giannelli a volte coadiuvato persino da Zaytsev e Juantorena, Colaci in versione muro di gomma, il cuore e la grinta di Buti e Piano e Lanza capace di mettere grande pressione in attacco con alcune diagonali incredibili e i suoi mani fuori, hanno spiazzato i russi. Ha colpito l'intensità in fase di copertura e ricostruzione di gioco, gli Azzurri sembravano un meccanismo perfetto e inarrestabile, che non tremava di fronte alle bordate russe; stavolta non si sono fermati dopo il 2-0 ma hanno continuato a spingere sulll'acceleratore, segno che la Francia è stata metabolizzata nel modo giusto ed è servita da lezione e stimolo per migliorarsi e far sì che quell'errore non si ripeta. Che bello vedere gli Azzurri parlarsi continuamente e festeggiare uniti dopo ogni punto, che bello il giro di campo di Zaytsev seguito da tutti gli Azzurri a fine partita; da qui si riparte per Sofia, con la convinzione che gli Azzurri avranno la voglia e la fame di dar seguito al capolavoro russo per prendersi una medaglia e chissà, magari il titolo continentale che manca dal 2005.
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