giovedì 27 febbraio 2020

Dove eravamo rimasti?! Mamba 4ever

"Dove eravamo rimasti?!" così esordì il compianto Enzo Tortora al suo rientro in onda a seguito dell'infondata e triste vicenda processuale che lo vide, suo malgrado, protagonista. 
Con questa citazione torno a dar vita ad uno spazio divenuto silente ormai da lungo tempo. Mai avrei immaginato, però, che questo silenzio sarebbe stato interrotto dalla morte di Kobe Bryant. Impossibile non essere toccati da un tale evento e non dedicare qualche pensiero a Kobe, il mio giocatore di basket preferito assieme a Predrag Danilovic e Manu Ginobili.
A ormai un mese dall'accaduto non si è spento il dolore e l'eco di una tragedia tanto assurda quanto odiosa; lo testimonia l'indicibile commozione che ha pervaso tutta la cerimonia del 24 febbraio allo Staples Center, una sorta di grande funerale laico per dare un ultimo saluto a Kobe.
Ciò che rende più ingiusto quanto avvenuto, è la scomparsa di tutte le persone che erano su quell'elicottero: la famiglia Altobelli, la famiglia Chester, il pilota Zobayan; e Gianna, la secondogenita di Kobe, erede designata, stesso carattere del padre, stesso talento da predestinata, stesso amore per il basket e sicura futura stella della WNBA.
E allora, dove eravamo rimasti con Kobe?
Personalmente, ho bene in mente la serata dello Staples Center nella quale erano state ritirate le sue due maglie Lakers, la 8 e la 24 (unico giocatore ad avere 2 numeri ritirati con la stessa franchigia) e il suo "Mamba out!"; e poi la serata degli Oscar dove fu premiato per "Dear basketball" come miglior cortometraggio.
Ebbene, già da questi elementi si inizia a percepire l'unicità del personaggio. Inutile e superfluo snocciolare in questa sede tutti i suoi record e le sue vittorie cestistiche, tra NBA ed Olimpiadi. Pertanto, diviene naturale raccontare un Kobe personale, o meglio, come è riuscito a far innamorare del basket ed influenzare in qualche modo tutti i suoi tifosi, compreso chi vi scrive.
Per coloro che giocavano a basket, come il sottoscritto, o stava iniziando a giocarci mentre Kobe si affacciava al professionismo, Bryant è stato da subito uno dei giocatori più osservati. Vederlo era una folgorazione, non solo per le sue giocate, ma anche per come si poneva in campo e fuori; tutti volevano emularlo, tutti ne erano affascinati.
Credo che questo sia uno dei motivi per cui la sua scomparsa abbia toccato profondamente così tante persone nel mondo, per cui sembra impossibile accettare pacificamente quanto successo: tutti coloro che sono entrati in contatto con lui, sia pure attraverso il video di una partita o di una conferenza stampa, si sono sentiti in qualche modo influenzati da lui.
Ma ciò era inevitabile: Kobe aveva un'aura magnetica, il suo sguardo trasudava carisma; insomma, per dirla con Stephen King, Kobe Bryant aveva la luccicanza, quella qualità "mitica" per la quale una persona può trasmettere nitidamente i suoi pensieri superando i limiti di luogo e di tempo. 
Kobe Bryant in azione contro i San Antonio Spurs, una delle rivalità più grandi nei suoi anni ai Lakers

E, dunque, il suo pensiero di voler essere il migliore di sempre, di replicare Michael Jordan, di dover lavorare tanto per realizzarlo, arrivava forte e chiaro a tutti quelli che lo ammiravano; ragazzini "con i calzini arrotolati, bidone della spazzatura nell'angolo […] palla tra le mie mani"[1] che provavano ad imitare le sue giocate. Missione, almeno per il sottoscritto, alquanto impossibile; ma è proprio questo il suo lascito più grande: avere il desiderio di tendere sempre al meglio, e di lavorare e sacrificarsi duramente per raggiungerlo. E' evidente che non si può essere Kobe Bryant, non si può replicare ciò che faceva sul parquet, ma questa attitudine è la via per essere sempre migliori ed è applicabile ad ogni ambito della vita umana.
Kobe è stato tanto amato e rispettato, anche da chi - e sono tanti- non lo sopportava, perché parlava alla parte migliore di ognuno di noi; ci ha dimostrato che si deve amare il proprio lavoro, il proprio obiettivo; che il sacrificio per ottenerlo deve essere sostenuto con passione e gioia.
E ci ha dimostrato pure che, sempre con grande sacrificio, avere un lavoro di alto livello non necessariamente significa dover mettere in secondo piano la famiglia, mai trascurata nonostante la sua ossessione per il basket e gli allenamenti che scandivano nella sua interezza ogni giornata. Tanti ex compagni di squadra raccontano di come Kobe fosse presente al campo di allenamento già all'alba e di come riuscisse comunque a trovare il modo di accompagnare le sue figlie a scuola.
Come molti dei personaggi di questo livello, il carattere di Kobe aveva anche lati più controversi; talvolta è stato anche divisivo, amato ed odiato, come accennato in precedenza.
E come tutti i grandi personaggi, Kobe ha mostrato cosa significa essere leader e sopportare la responsabilità della leadership. La sua carriera nei Lakers, in particolare il suo rapporto con i compagni di squadra ( uno su tutti, Shaquille O'Neal) ha dimostrato come essere un leader non significa solo creare armonia di squadra e distribuire pacche di incoraggiamento agli altri.
Essere leader vuol dire anche sopportare la solitudine nei momenti in cui bisogna scegliere la strada da seguire per raggiungere l'obiettivo, ed indicarla agli altri selezionando coloro che sono in grado di capirla e perseguirla, ed escludendo coloro che non sono su quella stessa lunghezza d'onda.
Di Kobe rimarrà pure la sua grande intelligenza, quella che dopo un grave infortunio gli fece cambiare il modo di pensare e giocare il basket, migliorandosi ed arricchendo ancor più il suo bagaglio tecnico; fu l'inizio di un nuovo capitolo, testimoniato dal cambio numero, dall'8 al 24; e dal nuovo soprannome "Black Mamba" che accantonò il precedente "Showboat".
Il suo pensare avanti, la sua voglia di essere il migliore, lo hanno accompagnato in ogni sua attività, anche oltre il basket: l'Oscar per "Dear Basketball" ne è la prova, come pure i suoi libri di illustrazione per bambini, i tanti progetti ambiziosi della sua fondazione, le sue idee sul basket femminile che certamente avrebbe rivoluzionato.
Per una volta, non è retorica associare aggettivi come unico e straordinario a una persona come Kobe Bryant; persona che, per tutto quello che ha dato e ha rappresentato, e per tutto quello che ancora avrebbe dato, non eravamo pronti a perdere.
Mi piace pensare che, quando una persona di questa caratura ci lascia prematuramente, è a causa degli dei invidiosi degli umani che riescono a competere con il loro livello; perciò li chiamano su, nell'Olimpo, per renderli immortali come loro.
Un altro grande personaggio, Ayrton Senna, diceva che "non conta tanto il momento di permanenza, ma la luce che hai lasciato"; la luce che emanava Kobe è stata così forte che continuerà ad irradiarci ancora.
E dunque, ora è giunto davvero il momento di lasciarti andare, Kobe: ancora una volta, "5 secondi da giocare", palla tra le tue mani "5... 4... 3... 2... 1..."
Mamba 4ever!
2∞24 
Kobe e Gianna Bryant

Memoriale per Kobe Bryant sorto spontaneamente fuori lo Staples Center a Los Angeles immediatamente dopo la sua morte




[1] Passaggio tratto dalla lettera di addio al basket di Kobe Bryant, diventata poi il cortometraggio “Dear Basketball” vincitore del premio Oscar..


mercoledì 28 settembre 2016

Volley M, Superlega UnipolSai A1: la Sir Safety Perugia batte 3-1 la Lube Civitanova Marche in gara 4 e vola in finale scudetto

La Foppapedretti Bergamo si presenta al via della nuova stagione 2016/2017 con rinnovate ambizioni di vertice; dopo qualche anno difficile ed avaro di successi, ma nei quali ha seminato i germogli del futuro puntando molto sul suo vivaio italiano, l'anno scorso è tornata a vincere un trofeo, la Coppa Italia ed è arrivata alle semifinali playoff. Di quella squadra, più di qualche pedina è cambiata, ma lo zoccolo duro è rimasto: oltre al confermatissimo coach Lavarini, sono rimaste le giocatrici storiche tornate l'anno scorso, vale a dire la leggenda Eleonora Lo Bianco, anche Capitano, la centrale Paola Paggi, ed il libero Paola Cardullo: con il loro talento e la loro esperienza, oltre ad aver già vinto con Bergamo e in Italia, rappresentano una risorsa unica che pochi club possono vantare, soprattutto nell'ottica di far crescere le tante giovani presenti e trasmettere loro cosa significhi giocare per una società blasonata come Bergamo. Accanto a loro, confermate anche le schiacciatrici Alessia Gennari e Miriam Sylla, che, reduci dall'esperienza azzurra, continuano il loro percorso di crescita sia tecnico che di leadership e si riveleranno due pedine importanti nel corso della stagione; confermata anche l'altra palleggiatrice, la slovena Eva Mori, importante anche a muro.
Della squadra dello scorso anno, sono partite la serba Vesna Durisic, che si è ritirata, le altre centrali Aelbrecht passata a Monza e Frigo emigrata in Repubblica Ceca, la Mambelli che andrà a farsi le ossa a Marignano in A2; ma soprattutto sono partite, entrambe verso Novara, le due opposte Barun e l'olandese Celeste Plak (  impiegabile anche come schiacciatrice). 
Logico quindi che il mercato di Bergamo si sia sviluppato intorno all'idea di rafforzare adeguatamente l'attacco ed il reparto delle centrali. La linea guida è stata quella di prendere un nome già affermato e con esperienza, e una giovane di talento che magari avesse già giocato ad alto livello. Così, nel ruolo di opposto titolare è arrivata la polacca Katarzyna Skowronska, un grande talento e una vecchia conoscenza del campionato italiano, visti i due scudetti vinti a Pesaro e le sue esperienze a Vicenza e Novara; un colpo davvero da novanta, una giocatrice che ha vinto tutto a livello di club ed è stata protagonista in ogni campionato nel quale ha giocato, ottenendo anche diversi premi di MVP, oltre ad essere il punto fermo della sua Nazionale con la quale vinse l'oro europeo. Dal vivaio è stata promossa la giovane Anna Venturini, ed inoltre da Vicenza è arrivata Laura Partenio, vecchia conoscenza di coach Lavarini con la quale aveva lavorato nel Club Italia, e che a 24 anni può vantare diverse esperienze da protagonista, tra cui la stagione in Francia con il Cannes: un rinforzo giovane, italiano, solido, e che ha già maturato un importante bagaglio di esperienze pallavolistiche.
Il reparto delle centrali è stato rinforzato seguendo lo stesso principio: da Novara è arrivata una giocatrice come Martina Guiggi, che non ha certo bisogno di presentazioni: talento e leadership sono ai massimi livelli, come dimostra la scelta di averle affidato la fascia di Capitano della Nazionale; arriva a Bergamo con tanta voglia di riscatto dopo le delusioni della stagione a Novara e dell'esperienza azzurra. Molto interessante l'altro acquisto, la serba Mina Popovic: è giovane, l'anno scorso ha giocato un ottimo campionato a Vicenza dopo aver vinto due campionati in patria con la Stella Rossa, ed è stata protagonista anche con la Nazionale della Serbia, che, in quanto a centrali, non sta certo messa male. Intelligente anche la mossa di acquistare un libero come la brasiliana Suellen per affiancare la Cardullo, in recupero dopo l'operazione alla caviglia: per la brasiliana è la prima esperienza fuori dall'Europa, dopo essere stata molte stagioni protagonista con il Sesi di San Paolo, e rappresenta un alternativa di livello alla Cardullo che le permetterà di potersi gestire al meglio.
Il risultato dunque è una squadra equilibrata, di talento, che sarà una delle sicure protagoniste del campionato; coach Lavarini è apprezzato da tutti per la sua cura maniacale dei dettagli tecnici che fa crescere le giovani ed aiuta a migliorarsi le giocatrici già affermate. Sicuramente all'inizio sarà da rodare l'affiatamento con la nuova coppia di centrali titolari Guiggi e Popovic, e con le nuove attaccanti Skowronska e Partenio. Sylla è attesa a confermare i suoi progressi sia tecnici che sotto il profilo della continuità, e sarà di sicuro un elemento equilibratore tra la fase difensiva e quella d'attacco. Compito che dovrà dividere con la Gennari, in recupero dall'infortunio nonostante la sua partecipazione olimpica, che paradossalmente lo ha frenato, visto che non era del tutto completo. Come detto prima, un grande ruolo sia in campo che fuori, lo avranno Lo Bianco, Paggi e Cardullo, per una Foppa che conferma la sua capacità attrattiva verso le grandi giocatrici ( come dichiarato da Guiggi, che non ha pensato un secondo ad accettare quest'opportunità), e con la sua organizzazione punta ad un campionato di vertice per arricchire la sua già prestigiosa bacheca. Al campo, come sempre, l'ardua sentenza.

mercoledì 4 maggio 2016

L'Imoco Volley Conegliano batte 3-0 in gara4 la Nordmeccanica Piacenza e si laurea Campione d'Italia per la prima volta nella sua storia!


In un PalaVerde tutto esaurito, Conegliano gioca un'ottima partita e non spreca la chance di conquistare lo scudetto davanti ai propri tifosi. Netta la superiorità di Conegliano, che dopo aver vinto la regular season, riesce a confermare il primato anche dopo la serie dei playoff. D'altronde l'Imoco era stata costruita per vincere, ed in questo senso, l'accoppiata Mazzanti ( il coach) e Ortolani era una garanzia di successo; i due si confermano Campioni d'Italia dopo l'esperienza a Casalmaggiore dello scorso anno, e una delle coppie più vincenti del volley italiano. Forte la loro impronta dunque, come forte è stata l'impronta americana di questo successo: la schiacciatrice Kelsey Robinson è stata eletta giustamente MVP: impressionante la sua continuità in attacco, ed anche il suo apporto alla difesa; insieme a lei un ruolo decisivo lo hanno avuto le sue connazionali Glass al palleggio, la centrale Adams, efficace sia a muro che nei primi tempi, e l'altra schiacciatrice Easy Hodge, seppur assente stasera e in gara 1 della serie.
Conegliano ha anche ritrovato la migliore Valentina Arrighetti, tornata in forma nel momento clou della stagione ed in continuo crescendo in questi playoff, oltre a contare su una De Gennaro sempre in formato Nazionale ed autrice, anche in gara 4, di difese prodigiose; ed inoltre ha scoperto il talento di Vasilantonaki, 19 anni, ma che non ha fatto quasi mai rimpiangere la Easy in questa serie: per lei una prova notevole in gara4, con 12 punti e l'intuizione di coach Mazzanti di svincolarla da compiti difensivi dove poteva andare in difficoltà, affidandole unicamente compiti offensivi.
Questi fattori, uniti a una freschezza, energia, e carattere, hanno permesso all'Imoco di surclassare la Nordmeccanica Piacenza, arrivata forse con il fiato corto a questa serie, dopo le tante partite giocate tra campionato, Coppa Italia e soprattutto Champions League. Gara 4 è stata l'emblema della serie per le emiliane: hanno messo in campo un grande cuore e un grande carattere, dando tutto e lottando punto a punto in ogni set, ma nei momenti decisivi, quando si trovavano avanti di 1 o 2 punti, non hanno avuto la giusta lucidità di sfruttare le occasioni che pure si erano create, subendo dei break di 3-4 punti che hanno permesso all'Imoco di sorpassarle e dai quali non si sono riprese cedendo nei finali di set. A Piacenza vanno comunque i complimenti perchè è stata l'unica squadra italiana ad arrivare fino in fondo alle competizioni alle quali ha partecipato quest'anno, sebbene poi abbia perso le finali alle quali ha partecipato; ha raggiunto il suo miglior risultato in Champions League, e si è qualificata per la prossima, dunque un'ottima base da cui ripartire l'anno prossimo. In questa gara4, oltre a mancare Leonardi infortunata, è mancata la giusta energia in difesa, con posizionamenti errati che hanno inficiato ogni velleità di rimonta, ed hanno finito per condizionare anche l'attacco, dove Meijners e Sorokaite hanno fatto il loro ma hanno concesso troppi errori, ed anche Belien e Bauer non sono riuscite ad essere incisive.
Per questa gara4 coach Mazzanti schiera per l'Imoco la diagonale Glass/Ortolani, Robinson e Vasilantonaki in banda, Arrighetti ed Adams centrali, De Gennaro libero; coach Gaspari schiera per la Nordmeccanica la diagonale Ognjenovic/Sorokaite, Meijners e Marcon in banda, Belien e Melandri centrali, Valeriano libero.
Il primo set parte subito punto a punto, con Robinson che spinge avanti l'Imoco e Meijners che pareggia e porta avanti Piacenza sul 3-2; Ortolani dimostra di essere in gran forma e pareggia per il 3 pari e poi per il 5 pari dopo un buon primo tempo di Melandri, poi Arrighetti riporta avanti l'Imoco; Piacenza ritrova subito la parità e poi compie il primo break del match grazie a due muri di Belien per il 9-7 Piacenza. Marcon sbaglia il servizio e l'Imoco prova a rifarsi sotto ma ancora Belien e Ognjenovic di seconda mantengono i due punti di vantaggio per l'11-9; ma sale in cattedra Adams che con un primo tempo e un ace porta avanti Conegliano 12-11. Meijners spara fuori una pipe, Vasilantonaki trova il più 2 e Ortolani firma il 15-12 Conegliano, con Piacenza che inizia a far vedere di non essere in grande serata in difesa. Dopo il time out di Gaspari, Piacenza continua ad essere imprecisa e va sotto 18-14 colpita ancora da Vasilantonaki; la Nordeccanica non si arrende e recupera 2 punti, sfruttando anche un errore di Adams, ma Robinson firma il 20-17, ridotto a 20-18 da un'altra seconda d Ognjenovic, poi dal 22-19 firmato Adams si scatena l'Imoco con Vasilantonaki che firma un attacco e un muro per il 24-20, poi Marcon, che non è stata un fattore in attacco in questa serie, viene murata per il 25-21 che dà il primo set all'Imoco Conegliano.
Nel secondo set Conegliano va subito avanti 2-0 con Arrighetti e Sorokaite che continua ad essere imprecisa, ma Piacenza ha una bella reazione guidata da Meijners e Melandri e si porta sul 4-2; la Nordmeccanica riesce ad allungare fino al 6-3 poi due errori consecutivi permettono all'Imoco di avvicinarsi a meno 1 e pareggiare con Vasilantonaki, davvero efficace in attacco. Sorokaite e Meijners riportano Piacenza sull'8-6, Vasilantonaki e Ortolani provano a pareggiare in conti, ma Piacenza sembra tenere bene con Melandri e sfruttando qualche errore dell'Imoco, a cui però basta poco per riportarsi in parità visto che Piacenza non riesce ad essere continua in attacco e subisce quando l'Imoco alza l'intensità della difesa. Nonostante questo, con grande carattere la Nordmeccanica va al time out tecnico sul 12-10, ma sale in cattedra Arrighetti che con un attacco e un ace dopo un errore di Meijners porta l'Imoco sul 13-12. Piacenza recupera la parità e si lotta punto a punto fino al 15 pari firmato Melandri, poi l'Imoco piazza il break decisivo con Vasilantonaki, un ace di Adams e l'ennesimo mani out di Robinson che punisce il muro scomposto di Piacenza per il 18-15; Sorokaite non brilla in difesa e Glass partecipa alla festa a muro per il 19-16, ma la vera forza dell'Imoco è la ricostruzione del gioco che Robinson concretizza per il 20-17 nello scambio emblema della serie: due ottimi attacchi di Piacenza con Meijners e Sorokaite salvati da due miracoli di De Gennaro e pipe di Robinson che chiude lo scambio. E' un colpo durissimo per Piacenza che molla di testa e subisce il 21-18, belien si fa murare per il 22-18; Piacenza è in confusione e sbaglia anche Ognjenovic in palleggio per il 23-18, poi Robinson e un altro muro di Adams chiudono il set sul 25-18 per l'Imoco Volley Conegliano.
Nel terzo set parte meglio l'Imoco guidata da Robinson, mentre Sorokaite continua ad essere imprecisa in attacco e regala il 4-2 a Conegliano. Meijners prova a suonare la carica per Piacenza, ed insieme a Melandri recupera la parità. Si apre una fase di lotta punto a punto dove Piacenza prova a portarsi avanti ma Conegliano non la lascia scappare grazie a Ortolani e un'ottima Vasilantonaki; è sempre Meijners a guidare Piacenza ed a portarla sul 10-9, ma è ancora Vasilantonaki con una pipe a ribaltare la situazione sull'11-10 per l'Imoco. Glass firma un altro muro e dimostra la differenza tra la ricostruzione di Conegliano e quella di Piacenza, la quale però recupera grazie all'ace della neo entrata bauer per il 12 pari. Meijners porta Piacenza sul 14-13, ma un incredibile errore in difesa di Piacenza regala il 15 all'Imoco che a questo punto piazza ancora il break decisivo per chiudere set e match: è Arrighetti con un muro e una fast più Vasilantonaki a spingere l'Imoco sul 19-16; la difesa di Piacenza continua ad esser ferma, e forse inizia a non crederci più: Bauer è murata da Arrighetti per il 20-16, Sorokaite ha un ultimo sussulto d'orgoglio per il 21-18, poi sbaglia ancora e l'Imoco va sul 23-18. Robinson firma un altro mani out per il 24-19, e dopo un'altra gran difesa di squadra firma il punto del 25-20 che chiude il match e la serie e dà inizio alla festa dell'Imoco Volley Conegliano per la vittoria dello scudetto.

lunedì 11 aprile 2016

CEV Women Champions League: Pomì Casalmaggiore Campione d'Europa! Vakifbank Istanbul battuto 3-0!

La Pomì Casalmaggiore compie l'impresa, batte 3-0 il Vakifbank Istanbul, e vince la Champions League alla sua prima partecipazione a coronamento di una due giorni perfetta per le ragazze di Barbolini. La Pomì ha sfruttato al meglio il fattore casa dato dal PalaGeorge di Montichiari, ma è stato impressionante l'atteggiamento e la qualità del gioco espresso dalle casalasche in questi giorni: hanno dato sempre l'impressione di essere in controllo e ad esprimere un livello di gioco superiore rispetto alle più quotate, sulla carta, Dinamo Kazan e Vakifbank Istanbul; due corazzate entrambe battute 3-0 senza soffrire molto. Le Ragazze di Barbolini sembravano immerse in una bolla magica di adrenalina, unione di squadra, convinzione e determinazione feroce, oltre alle indubbie qualità tecniche sfoderate con continuità disarmante. Emblematica Francesca Piccinini, alla sua sesta Champions dopo quelle conquistate a Bergamo: dopo una stagione condizionata da qualche problema fisico in cui si è gestita da campionessa qual è, è arrivata all'appuntamento che più contava in condizioni strepitose, ed ha potuto esprimere tutta la sua classe ed il suo enorme potenziale pallavolistico, suggellato dalla nomina a MVP dopo una finale da 14 punti ed una leadership tecnica e morale da fuoriclasse: straordinaria la grinta sfoderata dopo un grandissimo attacco per chiudere il primo set, a dimostrazione dell' immensa voglia di vincere sua e di tutta la squadra. Infatti non solo la Piccinini ha ricevuto e meritato un riconoscimento individuale: Carli Lloyd è stata eletta Miglior Palleggiatrice, e non poteva essere altrimenti vista la qualità del gioco prodotto dalla Pomì in ogni set giocato; Jovana Stevanovic è stata eletta Miglior Centrale dopo i suoi 5 muri punto della finale; Maggie Kozuch è stata eletta miglior opposto dopo una prova di grande efficacia; e una menzione per Imma Sirressi che non ha ricevuto premi, ma che è stata fondamentale con le sue difese. Bravo Barbolini capace di plasmare e gestire al meglio delle sue possibilità questa squadra: non per niente è la sua terza Champions. Così la finale di oggi è stata il naturale coronamento di questi importante percorso ed è stato battuto, contro ogni pronostico, il Vakifbank di Guidetti grazie ad un attacco preciso che non ha lasciato spazio ad errori e grazie a una difesa insormontabile che ha mandato in crisi tutte le attaccanti del Vakifbank, rimasto attaccato al match solo grazie al suo muro, con Rasic e soprattutto De Kruijf molto efficaci: spettacolare il duello con Stevanovic/ Gibbemeyer, anche loro comunque incisive in questo fondamentale.
Venendo in dettaglio alla partita, i sestetti erano quelli annunciati: Barbolini schiera la diagonale Lloyd/ Kozuch, Piccinini e Tirozzi in banda, Stevanovic e Gibbemyer al centro, Sirressi libero. Guidetti schiera per il Vakifbank la diagonale Aydemir Akyol/ Sloetjes, Hill e Gozde Kirdar in banda, De Kruijf e Rasic al centro, Gizem libero.
Nel primo set la Pomì va subito 2-0 con Kozuch e un muro vincente, ma il Vakifbank recupera subito sul 3 pari grazie a uno dei suoi 11 muri vincenti ed inizia una lotta punto a punto con break e contro break che premia il Vakifbank, avanti 8-7 al primo time out tecnico. In uscita dal time out, Hill e Kirdar portano le turche avanti 13-10, poi diventato 14-10 con Sloetjes, ma è Francesca Piccinini a suonare la carica per la Pomì che dimezza lo svantaggio, Stevanovic mura la connazionale Rasic, e con un ace riporta le squadre in parità a 15. Il Vakifbank prova ad allungare ancora sul 19-17 dopo un ace contestato al video check e dopo un'altra battaglia punto a punto; la Pomì reagisce subito con Kozuch e con Stevanovic, ed è ancora parità, poi sempre Stevanovic mura Kirdar ed è 21-20 Pomì. Due scambi lunghissimi, fatti di tanta difesa e ricostruzione per la Pomì, vengono chiusi da Kozuch e Tirozzi per il 23-20 Pomì; il set sembra indirizzato, ma il Vakifbank reagisce e Kirdar e Hill danno ancora la parità al Vakifbank; Tirozzi prima, e un grandissimo attacco di Piccinini poi danno il set alla Pomì per 25-23.
Il  secondo set si apre subito con uno scambio lunghissimo chiuso dalla Tirozzi, ma è ancora l'equilibrio a farla da padrone; si lotta punto a punto, con la Pomì ancora in vantaggio 4-3 e poi un contro break del Vakifbank per il 5-4, che diventa 7-5 grazie al solito muro di De Kruijf e Hill. E' sempre Francesca Piccinini a suonare la carica e con due attacchi molto precisi porta la Pomì avanti 8-7 al primo time out tecnico; Lloyd di seconda fa 9-7, poi Gibbemeyer e Stevanovic allungano fino al 13-10, Tirozzi usa bene il mani out e la Pomì vola sul 14-10; Guidetti prova allora a cambiare qualcosa inserendo Buijs e Sheilla, e dopo essere stato sotto di 5 punti, il Vakifbank si riporta a meno sul 17-16 grazie ancora ad un muro di De Kruijf. La Piccinini è scatenata e mette a segno il 18-16 ed ancora il 19-17 ed il 20-17, ma subito dopo viene murata per due volte ed è ancora parità a 20. Anche il Vakifbank ha carattere e non molla un pallone, tuttavia commette qualche errore di troppo e Gibbemeyer porta la Pomì sul 22-20; Sheilla con due punti di fila prova a tenere attaccato al set il team di Guidetti, ma è una fast di Stevanovic a chiudere il set a favore di Casalmaggiore per 25-23.
Nel terzo set dopo due buoni attacchi di Kozuch e Tirozzi, è il Vakifbank che prova a tenere il comando, consapevole di doversi giocare il tutto per tutto per tenere in vita le loro speranze di vittoria, e va avanti 5-3; ci pensa il turno in battuta della Tirozzi a riportare Casalmaggiore prima in parità e poi avanti 6-5, poi dopo due errori da una parte e dall'altra, è la Pomì ad andare avanti 8-7 al time out tecnico. In uscita dal time out, Hill sbaglia e la Pomì acquisisce un vantaggio di due punti che sembra mantenere agevolmente grazie agli attacchi di Tirozzi e nonostante Buijs e Sloetjes provino a reagire fino al 13-12 Pomì; Tirozzi e Piccinini fanno volare la Pomì sul 15-12, il Vakifbank non trova continuità in attacco visto che prima Sloetjes sbaglia la palla del meno 1, poi Hill  effettivamente riporta sotto le turche ma sbaglia per il 19-16 Casalmaggiore. Dopo essere andata sul 21-18, la Pomì subisce ancora il ritorno del Vakifbank con Sloetjes e De Kruijf che continua ad essere incisiva a muro, stavolta su Tirozzi e Stevanovic, per il 22 pari. Negli ultimi tre scambi l'emblema del match: Piccinini firma subito il 23-22 Pomì, il Vakifbank commette invasione a rete per il 24-22 ( errore davvero gratuito) e una sontuosa Piccinini mura Sloetjes per il 25-22 finale.
La Pomì Casalmaggiore è Campione d'Europa, riporta la Champions in Italia dopo 6 anni e scrive una grande pagina di storia del volley italiano ed europeo.

mercoledì 23 marzo 2016

Volley F: un bilancio sulla Coppa Italia di serie A1

Con la vittoria per 3-0 della Foppapedretti Bergamo nella finale contro la Nordmeccanica Piacenza si è chiuso il weekend di Coppa Italia di serie A1 giocato al Pala De Andrè di Ravenna. Provando a tracciare un bilancio di questi due giorni, va innanzitutto rilevata la grande partecipazione del pubblico, a riprova che la Romagna è una terra che ha fame di volley, e che risponde sempre con passione ad eventi del genere. Il pubblico è stato attirato non solo dalle squadre impegnate nella Coppa Italia di serie A1, ma anche dal fatto che si giocava anche la Coppa Italia di serie A2 vinta proprio da Forlì, dunque una squadra romagnola che certamente ha contribuito alla riuscita della manifestazione.
Tornando alla Coppa Italia di serie A1, abbiamo ammirato non solo alcune delle squadre più forti del campionato ( come le Campionesse d'Italia della Pomì Casalmaggiore), ma abbiamo visto anche la crescita di alcune giovani giocatrici, sia italiane come la Melandri della Nordmeccanica Piacenza o la Gennari della Foppapedretti Bergamo, sia straniere come l'olandese Plak MVP della finale per la Foppa; e abbiamo rivisto giocare ad altissimi livelli giocatrici che hanno fatto la storia del volley italiano, come la Lo Bianco e l'impressionante Cardullo per la Foppa o la stessa Piccinini per la Pomì ( anche se ha subito un muro proprio sul 13 pari del tie break nella gara di semifinale persa con Bergamo).
Il sabato con le due semifinali è stato esaltante; prima Piacenza ha battuto soffrendo Montichiari, in un match che, nonostante il risultato 3-1, aveva già messo in mostra quali erano i limiti della Nordmeccanica in questo weekend, ossia la mancanza di continuità e di energia per aumentare il livello di gioco nel momento del bisogno, sia esso per recuperare un break di svantaggio, o per chiudere il set in tranquillità. Un'ottima Metalleghe Sanitars Montichiari ha dato filo da torcere per tre set e mezzo alle emiliane, mostrando un grande carattere e una grande voglia e guidata dal talento e dall'esperienza dell'intramontabile Gioli, di Brinker, di Barcellini e Tomsia, affiancate da giovani interessanti come Sobolska e Lualdi. Alla squadra di Barbieri è mancata un po di lucidità nei momenti chiave dei set e i troppi errori commessi al servizio e sotto rete che non potevano non essere sfruttati da una corazzata come Piacenza, ma rimane comunque l'ottima impressione destata a conferma della buona stagione disputata, visto che è in piena corsa playoff. L'altra gara è stata ancora più appassionante della prima: si sfidavano la Pomì Casalmaggiore e la Foppapedretti Bergamo. Per due set la Pomì ha dominato, mettendo in grande difficoltà Bergamo; Tirozzi, Kozuch, un'efficace Piccinini e la forza delle due centrali Gibbemeyer e Stevanovic avevano portato la Pomì avanti di due set con la strada spianata verso la finale; ma il carattere di Bergamo è stato determinante: pur nella difficoltà  la Foppa non si è mai arresa e ha ragionato sempre da squadra, iniziando a minare nel terzo set tutte le certezze della Pomì grazie alla ritrovata verve in attacco di Barun, Gennari, Plak e con Cardullo che ha difeso incredibilmente ogni pallone. Così la Pomì si è ritrovata a dover lottare punto a punto contro una Foppa che ha iniziato a girare a meraviglia e ha messo una grande energia ed intensità in ogni giocata fino a conquistarsi il tie break e vincerlo.
La Pomì è di certo una delle deluse di questo weekend, a maggior ragione per come è venuta la sconfitta visto il vantaggio di due set; è evidente come le casalasche siano calate a partire dal terzo set, ma hanno comunque continuato a lottare trovando buone soluzioni con Tirozzi, Kozuch e Piccinini, solo che non hanno resistito all'ondata di energia e intensità messa in campo dalla Foppa.
Bergamo che in finale è riuscita a scendere in campo e a giocare con lo stesso atteggiamento che le ha permesso di rimontare la Pomì e che ha caratterizzato tante delle sue storiche finali degli anni scorsi. Fantastiche le prove di Lo Bianco e Cardullo, ed è inevitabile non pensare a loro per un'ultima recita in Nazionale in chiave olimpica. Eleonora Lo Bianco ha sfoderato una regia perfetta, la Cardullo è stata mostruosa in difesa, con il 96% di ricezione positiva. Proprio la difesa è stata una delle chiavi della Foppa, visto che in ricezione anche la Gennari ha sfoderato una percentuale del 76% alla quale ha aggiunto una serie di punti in attacco di capitale importanza. Una difesa così ha mandato in crisi l'attacco di Piacenza ed ha aperto lo spazio per gli attacchi di Barun e Plak, MVP della finale e top scorer, e per i muri di Aelbrecht la quale è stata un fattore importante. La Lo Bianco lo aveva detto: "In una gara secca la Foppa può giocarsela con tutti" e così è stato, con la sensazione che finalmente questa squadra sia riuscita a trovare la giusta quadra e ad esprimere sul campo tutte le sue potenzialità finora immaginate in teoria ma mostrate in campo non sempre con la giusta continuità come dimostra il settimo posto in classifica. In chiave playoff la Foppa sarà una mina vagante e un osso durissimo per tutti; intanto è tornata ad alzare un trofeo dopo qualche anno, rinverdendo vecchi fasti dopo un periodo complicato.
Anche la Nordmeccanica Piacenza può rientrare nel novero delle deluse: perdere 3-0 una finale non può certo far piacere, anche se per due set ha giocato alla pari con Bergamo, e solo le difese della Foppa hanno fatto sì che in questa battaglia fosse Piacenza a soccombere. Come intravisto già nella partita di sabato, a Piacenza in questo weekend è mancata l'energia e l'intensità nei momenti in cui era necessario alzare ulteriormente il livello del proprio gioco. Le attaccanti non hanno brillato, Sorokaite è stata discontinua, Marcon poco incisiva e con qualche muro di troppo subito; Meijners è stata la migliore, ma essendo la più cercata, è stata alta la percentuale dei suoi errori a fronte comunque di un buon apporto in termini di punti. Con Bauer completamente scarica, la nota positiva per Piacenza, oltre alla sempre positiva Belien, è stata Laura Melandri, ravennate doc, che ha dato la scossa nel match con Montichiari grazie ai suoi muri e ai suoi primi tempi unita a una grande energia. La giovane centrale mostra importanti segnali di crescita, e tornerà molto utile a Piacenza in questo finale di stagione. L'altra nota lieta per la Nordmeccanica è stata Giulia Leonardi, molto positiva in difesa e che ha cercato sempre di dare una scossa positiva alle sue compagne. Per Piacenza sfuma dunque uno degli obiettivi stagionali, ma non avrà tempo per recriminare, anzi avrà subito la possibilità di riscattarsi in Champions; le potenzialità per arrivare in fondo ci sono.
Ultima rilievo di questo weekend, ma molto importante, è stato l'esordio del video check anche nel volley femminile: esattamente l'esordio c'è stato nel primo set della sfida tra Piacenza e Montichiari, chiamato da coach Barbieri. Importante l'ausilio di questo strumento, il quale, sebbene in alcuni momenti possa spezzare il ritmo del match, si rivela comunque utilissimo per risolvere situazioni controverse e non alterare e rovinare il clima di serenità e lo spettacolo della partita. Dal prossimo campionato lo vedremo tutte le domeniche anche nel campionato femminile, così come accade nel campionato maschile; decisione giusta e saggia, anche da questo passa la parità tra campionato maschile e femminile e lo sviluppo e la pubblicità dell'intero movimento pallavolistico italiano.

mercoledì 17 febbraio 2016

Volley M, Superlega UnipolSai A1: il punto sulla 18^ giornata

Nello scorso weekend si è giocata la 18^giornata della Superlega UnipolSai A1: rimane tutto invariato nelle prime posizioni, con Modena che rimane in testa dopo la vittoria con Piacenza apa ri punti con la Lube vittoriosa con Milano; al terzo posto tiene il passo Trento che batte 3-0 Molfetta; fatica di più Perugia, che ha ragione di Monza soltanto al tie-break. Verona è quinta, ma dopo la sconfitta con Padova si è aperta una crisi tecnica, con Giani in discussione, anche se ha dovuto fare i conti con l'assenza ormai prolungata di Starovic e con i problemi fisici che stanno limitando molto Zingel. Nel posticipo di martedì, vittoria al tie break della CMC Romagna sulla Ninfa Latina che tiene aperta la bagarre per ottenere l'ottavo posto utile per l'accesso ai playoff; i pontini rimangono settimi, ma hanno un solo punto di vantaggio sulla coppia CMC/Padova, e due su Monza.
Dunque Modena conserva la testa della classifica per il miglior quoziente set rispondendo alla vittoria della Lube, avvenuta un giorno prima. Netto il 3-0 a Piacenza, che si conferma all'ultimo posto e sempre più rassegnata alla retrocessione. Coach Lorenzetti deve fare a meno di Petric, perciò è Nikic a prendere il suo posto: per il resto solito sestetto. Piacenza cambia ancora, stavolta l'opposto è Perrin, mentre in banda si punta su Papi e Zlatanov. Modena non sfodera il suo miglior volley, forse risentendo anche dei tanti impegni ravvicinati, tuttavia è stato sufficiente per avere ragione di Piacenza. Nel primo set Modena parte forte, allunga 8-4 e 17-12; Piacenza prova a riavvicinarsi con gli ingressi di Ter Horst e Kohut, ma Ngapeth, Lucas Saatkamp e Piano chiudono il set sul 25-20. Nel secondo Piacenza prova a giocarsela ad armi pari, Modena sbaglia di più e Vettori viene sostituito, ma quando decide di spingere sull'acceleratore, crea il break decisivo per chiudere ancora sul 25-20. Nel terzo set Piacenza cambia ancora, inserendo Luburic per Papi, ma Modena parte forte con il servizio e il muro andando sul 7-0; a questo punto un rilassamento della DHL permette a Piacenza di rifarsi sotto, ma dopo una strigliata di Lorenzetti, i giocatori modenesi riprendono a spingere forte, mentre quelli di PIacenza, e Luburic in particolare, continuano a sbagliare, permettendo a Lucas (MVP del match) di ergersi a protagonista nel finale per il 25-19 Modena.
Il giorno prima del match di Modena, la Lube aveva giocato e battuto facilmente la Revivre Milano 3-0, potendosi concentrare sul playoff di Champions League. Milano in emergenza centrali, con Baranek ad affiancare Alletti; Blengini schiera il sestetto migliore, ma nel corso del match ha comunque dato fondo alla sua immensa panchina per gestire al meglio le energie. Nel primo set è la Lube a partire forte, soparttutto a servizio, dove Juantorena abbatte la ricezione lombarda e consente a Christenson di orchestrare al meglio la sua regia per i centrali Cester e Stankovic, grandi protagonisti; così il set scorre senza patemi e la Lube lo chiude sul 25-20. Nel secondo set in campo per la Lube si vedono Parodi e Priddy, e l'inizio è molto equilibrato finchè al servizio per la Lube non si presenta Cebulj: turno impressionate e Lube che vola via fino al più sette, con i suoi centrali ancora grandi protagonisti, ed èancora 25-20. Anche il terzo set inizia in maniera equilibrata, con Milano che prova strenuamente a rientrare in partita, ma la Lube gestisce bene le energie e pesca tanto dalla panchina, alternando le sue stelle; il risultato è che ogni giocatore marchigiano è abbastanza fresco e lucido per sfruttare ogni errore di Milano, e se si aggiunge che nel finale di set Miljkovic ha attaccato con il 57%, si spiega il 25-17 finale.
Al terzo posto si conferma la Diatec Trentino ameno sei punti dalla coppia di testa, che dopo la vittoria di giovedì contro Modena, batte 3-0 Molfetta. In vista della Champions Stoychev propone un robusto turnover, lasciando in panchina Djuric e sostituendo quasi subito Lanza: spazio dunque a Nelli e Antonov. La Diatec è partita molto forte, esprimendo un volley concreto che non ha lasciato nulla agli avversari; forte il desiderio di non commettere gli errori visti con la CMC e con la stessa Molfetta nei playoff di Coppa Italia, unito al pensiero di non sprecare energie in vista della Champions. Propositi agevolati dal pomeriggio di Molfetta, in crisi in ricezione, e ciò ha condizionato anche l'attacco e gli altri fondamentali come ammesso da coach Montagnani a fine match ( Montagnani che nel frattempo si è dimesso per insuperabili problemi personali; squadra affidata a Di Pinto). Dal canto suo Trento ha sfruttato il suo servizio, che come detto, ha mandato in crisi la ricezione di Molfetta. Giannelli è stato perfetto in regia, e Trento ha attaccato con il 62%. Così i primi due set sono volati via piuttosto facilmente sul 25-17 e sul 25-14. Nel terzo Molfetta ha provato a fare qualcosa in più, ma gli errori al servizio ed in attacco, uniti a una ricezione mai efficace, hanno condannato i pugliesi ad un'altra sconfitta sul 25-20 Trento.
Al quarto posto si conferma Perugia, che batte in trasferta Monza per 3-2 dopo una partita emozionante e ricca di colpi di scena. Sicuramente Perugia avrebbe preferito vincere con meno patemi, ma ha comunque raggiunto l'obiettivo; Monza rimane in corsa per l'ottavo posto e può essere soddisfatta della sua solidità di squadra e del suo spirito. Le squadre scendono in campo con i sestetti base, quindi Perugia è ancora senza Russell. Nel primo set è Perugia a partire meglio, con Kaliberda che attacca bene, e costruisce un break importante sul 16-9; Monza prova a rientrare fino al meno quattro, ma Perugia spinge ancora sull'acceleratore e sfrutta un errore di Botto al servizio per chiudere 25-21. Secondo set molto combattuto, con Perugia che prova a scappare via grazie ad Atanasijevic, ma questa volta il vantaggio non si dilata e Monza rimane sotto fino al finale di set, quando ancora una volta sono gli errori di Monza a fare la differenza e a far pendere la bilancia a favore di Perugia che chiude 25-23. Terzo set molto emozionante, e molto simile al secondo, ma stavolta è Monza a condurre e a chiuderlo 25-22 grazie in particolare ad Elia e Raic che hanno aumentato i giri e l'efficacia dei loro colpi. Quarto set combattuto: dopo un cartellino rosso per Monza, Perugia prova ad approfittarne, ma Monza reagisce e si porta avanti al time out tecnico. Perugia non ci sta e recupera la parità grazie al suo muro; inizia una lotta punto a punto fino a quando Botto e Raic chiudono il set per Monza con due punti consecutivi per il 25-22. Anche il quinto set vede una lotta punto a punto tra le due squadre, che vede Perugia riuscire a conquistare un break di due punti; Monza prova a reagire dopo il time out, dando grande prova di orgoglio ed esibendo buone giocate, ma Kaliberda alza i giri dei suoi attacchi e fa volare via Perugia fino al 14-8; è Buti a chiudere 15-9 e dare la vittoria a Perugia.
Nel derby veneto tra Calzedonia Verona e Tonazzo Padova, sono i patavini a spuntarla per 3-1. Partita bella e divertente, con padova grande protagonista a muro; Verona senza Starovic e Zingel è in difficoltà in attacco, dove si salva il solo Kovacevic, mentre sono apparsi in difficoltà i sostituti di Starovic, vale a dire Lecat e Bellei, ed anche la ricezione non è apparsa al suo massimo livello. Nel primo set parte meglio Padova, ma Sanders e Anzani recuperano e permettono a Verona di passare in vantaggio, e di gestirlo agevolmente fino al 25-19 finale. Secondo set che rimane equilibrato fino al 4 pari, poi si scatena Berger in attacco, coadiuvato dalle battute di Quiroga; la ricezione di Verona va in crisi e l'attacco si blocca, Padova vola fino al 23-9, poi Verona prova a reagire ma è tardi e Padova chiude sul 25-13.  Terzo set equilibrato, con la sfida nella sfida tra Berger e Kovacevic, ma è Bellei a sbagliare e a dare a Padova un break di vantaggio a metà set; poi la Tonazzo alza il muro, Cook inizia a martellare in attacco, mentre Verona sbaglia qualche pallone di troppo e regala il set a Padova sul 25-20. Il quarto set è una vera battaglia, dove le squadre si sorpassano in continuazione; Padova continua a sfoggiare un ottimo muro e gli attacchi di Berger e Cook oggi inarrestabili; Verona si regge su Kovacevic e Anzani, e il set vola via così, punto a punto, fino al 21-20 Padova; a questo punto si scatena Volpato a muro e Padova chiude 25-20. Vittoria che consente alla Tonazzo di songnare i playoff mentre apre la crisi di Verona, con Giani messo in discussione.
Nel posticipo di martedì vittoria in trasferta per la CMC Romagna che batte 3-2 la Ninfa Latina ed infiamma la battaglia per gli ultimi posti playoff. Latina rimane settima, ma deve guardarsi dalla CMC e dalla Tonazzo, più Monza che è a meno due; coinvolta anche Molfetta che è sesta, ma solo 3 punti avanti a Latina. Partita che è vissuta sulle fiammate delle due squadre e su chi è riuscito a gestire meglio i problemi fisici di alcuni giocatori. Primo set equilibrato fino a metà , quando per Latina Maruotti e Hirsch firmano i parziali per chiudere il set sul 25-19. Secondo set con la CMC che presenta qualche cambio, e Koumentakis che prova a creare il break per allungare sul 10-7. Latina reagisce con Yosifov a muro e Hirsch, e recupera la parità, ma a questo punto si blocca e i suoi errori consentono alla CMC di chiudere il set sul 25-18. Nel terzo set Pavlov entra in campo per Latina, ma è sempre la CMC a condurre, ma dopo metà set i turni in battuta di Sottile, Yosifov e Maruotti consentono alla Ninfa di andare sul 20-16. La CMC prova a reagire con Torres, ma è Hirsch a chiudere sul 25-23. Nel quarto set Latina sembra pagare lo sforzo del set precedente, e così la CMC ha buon gioco a scappare subito via con Van Garderer e Torres sugli scudi, fino al 25-15 finale. Nel quinto set non si inverte la tendenza del quarto, e così la CMC con un'ottima correlazione tra muro e contrattacco con Van Garderer e Ricci riesce a scappare via e a chiudere sul 15-8 finale. Qualche rimpianto per la gestione degli ultimi due set in casa Ninfa Latina.

mercoledì 10 febbraio 2016

Volley M, Del Monte Coppa Italia: un bilancio sul weekend

Si è concluso il weekend di Coppa Italia con il remake della finale dell'anno scorso tra DHL Modena e Diatec Trentino; identico anche il risultato ,con Modena che bissa la vittoria di un anno fa e si conferma campione, mostrando un volley anche migliore rispetto a un anno fa.
Cosa rimane di questo weekend di Coppa?
Innanzitutto l'esperienza di Volleyland: è stata un'ottima idea quella di sfruttare le strutture del Forum di Assago per creare un vero villaggio dedicato al volley, una sorta di Expo del volley italico, dove anche le squadre non presenti alla Final Four avevano uno stand, e dove le variegate iniziative collaterali con campioni del calibro di Andrea Lucchetta, Maurizia Cacciatori e Jack Sintini hanno attirato e coinvolto in maniera attiva i tanti giovani presenti con le loro famiglie e società. Insomma un enorme spot per il volley, necessario se si vuole continuare a puntare a una crescita costante del movimento italiano; intelligente l'idea di far  disputare al Forum sabato sera, dopo le due semifinali, anche il match di serie A1 femminile tra il Club Italia e Montichiari, in modo da coinvolgere anche il movimento femminile. Bello vedere al Forum, oltre ai tifosi organizzati delle quattro semifinaliste, anche tante famiglie, tante società giovanili con i loro atleti e atlete. Dunque  un successo organizzativo e di pubblico, con la visibilità data anche dalla copertura televisiva e la presenza della vincitrice DHL Modena alla Domenica Sportiva su Rai2.
Venendo all'aspetto tecnico, non si può non rimanere impressionati dalle prove offerte dalla DHL Modena, che ha trovato un livello di volley altissimo e continuo, mostrando una solidità e una coralità di squadra impreziosite dalle grandi abilità dei singoli. Quando ha spinto davvero sull'acceleratore, Modena ha spazzato via gli avversari, e paradossalmente ha sofferto più nella semifinale con Perugia che nella finale con Trento. Emblema di questo è stato Vettori, nominato MVP della Finale, dove ha sfoderato una grandissima prestazione (63% in attacco con 19 punti), ma apparso un po fuori dal gioco nella sfida con Perugia. Modena è stata devastante in attacco e al servizio, seppure abbia forzato e sbagliato molto in questo fondamentale, dove ha trovato tante soluzioni grazie alla regia sapiente di Bruno, capace di alternare i palloni per Vettori, Ngapeth e Lucas Saatkamp ( l'asse con quest'ultimo è stato una delle chiavi per vincere con Perugia); ma ha funzionato anche la difesa, dove tutti si sono sacrificati con successo, a cominciare da Ngapeth e Bruno, che in alcune giocate si sono anche scambiati di ruolo, con il francese a palleggiare e Bruno ad attaccare. Lo strapotere di Saatkamp in attacco e al servizio ha sopperito anche ai problemi fisici di Piano, recuperato, ma non al meglio.
Questa Final Four ha espresso i valori generali del campionato: non a caso ci sono arrivate le prime quattro della classifica, con la prima, Modena, che ha trionfato. Le altre tre hanno confermato i propri pregi e le loro criticità. Partendo dalla Sir Safety Perugia, che, per il momento, ha dimostrato di avere qualcosa in meno rispetto a Modena, Trento e Civitanova: bene la difesa e il muro, che nella sfida con Modena ha tagliato fuori dal match Vettori, e ha fatto soffrire tutto l'attacco modenese; ma troppi errori commessi nei momenti decisivi dei set l'ha tagliata fuori dalla corsa per la finale, con Atanasijevic che non può essere sempre l'unico sbocco offensivo: Kaliberda e Fromm devono crescere in continuità e limitare gli errori.
Discorso ampio merita la Lube Civitanova Marche: dopo la sconfitta al tie break con Trento, il patron Giulianelli era deluso e inviperito con i suoi per quest'ennesima sconfitta contro pronostico. Forse la Lube paga il fatto di giocare ogni partita da favorita assoluta, vista la qualità della panchina a disposizione di coach Blengini, ma i giocatori della Lube dovrebbero essere abituati a sopportare questo genere di pressione, seppur non sia facile giocare con questo peso. Quello che è mancato nel match con Trento è stata la lucidità e la solidità di squadra: i centrali a turno hanno giocato bene e fatto il loro, gli attaccanti invece sono stati in difficoltà, nessuno escluso: Parodi, Fei, il neo acquisto Priddy, ed anche Juantorena, limitato però da problemi fisici che da qualche settimana lo tormentano. L'unico ad avere percentuali accettabili è stato Miljkovic, seppure anche lui ha commesso troppi errori. Ed, a proposito di lucidità, se sul 13-11 del quinto set, si inserisce Podrascanin per Cester, dimenticandosi la regola dei 3 italiani in campo e prendendo un cartellino rosso che dà 3 match point agli avversari, si ritorna al discorso sulla pressione alla quale è sottoposto anche l'intero staff tecnico oltre che ai giocatori; giocare con l'obbligo di vincere è tante volte controproducente.
La Diatec Trentino ha invece mostrato tanta solidità di squadra, tanto carattere ed unità d'intenti, affiancate a una roster giovane ma talentuoso che ha ampi margini di miglioramento. Tralasciando la finale con Modena, dove la DHL non ha permesso alla Diatec di esprimere le proprie qualità, facendole commettere errori che di solito la squadra di Stoychev non commette, Trento ha messo in mostra un buon Giannelli in regia e una buona correlazione tra muro e difesa; bravi i due centrali, in particolare Solè nel match contro la Lube, buono Djuric in attacco ed anche in difesa, dove si è sacrificato molto; l'attacco trentino ha beneficiato anche dell'ottima vena di Urnaut, molto efficace al servizio. In finale la ricezione trentina ha sofferto molto, ma quello che non è mai mancato è stato il carattere e la voglia; un buon viatico per un gruppo giovane, che forse ha qualcosa in meno rispetto a Modena e Civitanova, ma di sicuro crescerà molto e arriverà fino in fondo alle competizioni.
A questo punto doveroso stilare uno starting six ideale: gioco forza è monopolizzato da Modena, tuttavia qualche inserimento interessante c'è: Bruno/Vettori in diagonale, Ngapeth e Urnaut in banda, Lucas Saatkamp e Solè centrali, Rossini libero.
Impossibile non mettere Bruno al palleggio: sapiente la sua regia, la sua distribuzione è stata perfetta ed equilibrata sia sabato che domenica, inoltre è stato incisivo al servizio, ed anche in difesa si è sacrificato molto. Vettori completa la diagonale di questo sestetto ideale solo grazie alla grande Finale di ieri, che giustamente lo ha premiato MVP; sabato, infatti, non era stato così performante, merito del muro di Perugia che lo ha tenuto fuori dal match. Non avesse giocato così avrei inserito Djuric come opposto, per il suo apporto sia in semifinale, che in finale dove è stato il migliore dei suoi: oltre che in attacco, ha saputo essere prezioso anche in difesa quando ce n'è stato bisogno.
In banda non si può non mettere Ngapeth: una furia, sembrava uno squalo che sentiva l'odore del sangue della preda, per quanto è stato cattivo e presente in quasi tutte le fasi di gioco; a partire dal secondo set della semifinale, è stato devastante in attacco, al servizio, e si è sacrificato molto in difesa, arrivando anche a palleggiare in alcuni scambi: quando gioca così è immarcabile. L'altro posto in banda è occupato da Urnaut perchè è stato il più continuo tra gli altri schiacciatori: seppur molto alternato con Antonov, i suoi servizi sono stati una delle chiavi per vincere con la Lube, e unno dei modi con i quali Trento ha provato a rimanere aggrappata fino all'ultimo alla finale.
Centrali Saatkamp/ Solè; Lucas Saatkamp una vera furia, devastante l'asse con Bruno per i primi tempi, mortifero con il servizio, e se anche a muro si fa sentire, sono dolori per gli attaccanti avversari. Solè è stato molto bravo nel match contro la Lube, dove ha fatto molto bene a muro ed anche con i suoi primi tempi: prezioso.
Libero è Rossini: ha difeso tutto quello che c'era da difendere, sempre presente e sicuro. Ma anche Colaci non ha sfigurato.
In definitiva abbiamo assistito a due giorni di grande volley, con tante giocate spettacolari e di contenuti tecnici molto elevati, in partite molto vibranti e piene di emozioni; forse la finale si è rivelata meno equilibrata del previsto, ma vedere Modena giocare in questo modo è stato comunque un grande spettacolo. Un grande spot per il volley: complimenti a Modena, ma anche a Trento, Perugia e Civitanova per lo spettacolo offerto.