Cosa rimane di questo weekend di Coppa?
Innanzitutto l'esperienza di Volleyland: è stata un'ottima idea quella di sfruttare le strutture del Forum di Assago per creare un vero villaggio dedicato al volley, una sorta di Expo del volley italico, dove anche le squadre non presenti alla Final Four avevano uno stand, e dove le variegate iniziative collaterali con campioni del calibro di Andrea Lucchetta, Maurizia Cacciatori e Jack Sintini hanno attirato e coinvolto in maniera attiva i tanti giovani presenti con le loro famiglie e società. Insomma un enorme spot per il volley, necessario se si vuole continuare a puntare a una crescita costante del movimento italiano; intelligente l'idea di far disputare al Forum sabato sera, dopo le due semifinali, anche il match di serie A1 femminile tra il Club Italia e Montichiari, in modo da coinvolgere anche il movimento femminile. Bello vedere al Forum, oltre ai tifosi organizzati delle quattro semifinaliste, anche tante famiglie, tante società giovanili con i loro atleti e atlete. Dunque un successo organizzativo e di pubblico, con la visibilità data anche dalla copertura televisiva e la presenza della vincitrice DHL Modena alla Domenica Sportiva su Rai2.
Venendo all'aspetto tecnico, non si può non rimanere impressionati dalle prove offerte dalla DHL Modena, che ha trovato un livello di volley altissimo e continuo, mostrando una solidità e una coralità di squadra impreziosite dalle grandi abilità dei singoli. Quando ha spinto davvero sull'acceleratore, Modena ha spazzato via gli avversari, e paradossalmente ha sofferto più nella semifinale con Perugia che nella finale con Trento. Emblema di questo è stato Vettori, nominato MVP della Finale, dove ha sfoderato una grandissima prestazione (63% in attacco con 19 punti), ma apparso un po fuori dal gioco nella sfida con Perugia. Modena è stata devastante in attacco e al servizio, seppure abbia forzato e sbagliato molto in questo fondamentale, dove ha trovato tante soluzioni grazie alla regia sapiente di Bruno, capace di alternare i palloni per Vettori, Ngapeth e Lucas Saatkamp ( l'asse con quest'ultimo è stato una delle chiavi per vincere con Perugia); ma ha funzionato anche la difesa, dove tutti si sono sacrificati con successo, a cominciare da Ngapeth e Bruno, che in alcune giocate si sono anche scambiati di ruolo, con il francese a palleggiare e Bruno ad attaccare. Lo strapotere di Saatkamp in attacco e al servizio ha sopperito anche ai problemi fisici di Piano, recuperato, ma non al meglio.
Questa Final Four ha espresso i valori generali del campionato: non a caso ci sono arrivate le prime quattro della classifica, con la prima, Modena, che ha trionfato. Le altre tre hanno confermato i propri pregi e le loro criticità. Partendo dalla Sir Safety Perugia, che, per il momento, ha dimostrato di avere qualcosa in meno rispetto a Modena, Trento e Civitanova: bene la difesa e il muro, che nella sfida con Modena ha tagliato fuori dal match Vettori, e ha fatto soffrire tutto l'attacco modenese; ma troppi errori commessi nei momenti decisivi dei set l'ha tagliata fuori dalla corsa per la finale, con Atanasijevic che non può essere sempre l'unico sbocco offensivo: Kaliberda e Fromm devono crescere in continuità e limitare gli errori.
Discorso ampio merita la Lube Civitanova Marche: dopo la sconfitta al tie break con Trento, il patron Giulianelli era deluso e inviperito con i suoi per quest'ennesima sconfitta contro pronostico. Forse la Lube paga il fatto di giocare ogni partita da favorita assoluta, vista la qualità della panchina a disposizione di coach Blengini, ma i giocatori della Lube dovrebbero essere abituati a sopportare questo genere di pressione, seppur non sia facile giocare con questo peso. Quello che è mancato nel match con Trento è stata la lucidità e la solidità di squadra: i centrali a turno hanno giocato bene e fatto il loro, gli attaccanti invece sono stati in difficoltà, nessuno escluso: Parodi, Fei, il neo acquisto Priddy, ed anche Juantorena, limitato però da problemi fisici che da qualche settimana lo tormentano. L'unico ad avere percentuali accettabili è stato Miljkovic, seppure anche lui ha commesso troppi errori. Ed, a proposito di lucidità, se sul 13-11 del quinto set, si inserisce Podrascanin per Cester, dimenticandosi la regola dei 3 italiani in campo e prendendo un cartellino rosso che dà 3 match point agli avversari, si ritorna al discorso sulla pressione alla quale è sottoposto anche l'intero staff tecnico oltre che ai giocatori; giocare con l'obbligo di vincere è tante volte controproducente.
La Diatec Trentino ha invece mostrato tanta solidità di squadra, tanto carattere ed unità d'intenti, affiancate a una roster giovane ma talentuoso che ha ampi margini di miglioramento. Tralasciando la finale con Modena, dove la DHL non ha permesso alla Diatec di esprimere le proprie qualità, facendole commettere errori che di solito la squadra di Stoychev non commette, Trento ha messo in mostra un buon Giannelli in regia e una buona correlazione tra muro e difesa; bravi i due centrali, in particolare Solè nel match contro la Lube, buono Djuric in attacco ed anche in difesa, dove si è sacrificato molto; l'attacco trentino ha beneficiato anche dell'ottima vena di Urnaut, molto efficace al servizio. In finale la ricezione trentina ha sofferto molto, ma quello che non è mai mancato è stato il carattere e la voglia; un buon viatico per un gruppo giovane, che forse ha qualcosa in meno rispetto a Modena e Civitanova, ma di sicuro crescerà molto e arriverà fino in fondo alle competizioni.
A questo punto doveroso stilare uno starting six ideale: gioco forza è monopolizzato da Modena, tuttavia qualche inserimento interessante c'è: Bruno/Vettori in diagonale, Ngapeth e Urnaut in banda, Lucas Saatkamp e Solè centrali, Rossini libero.
Impossibile non mettere Bruno al palleggio: sapiente la sua regia, la sua distribuzione è stata perfetta ed equilibrata sia sabato che domenica, inoltre è stato incisivo al servizio, ed anche in difesa si è sacrificato molto. Vettori completa la diagonale di questo sestetto ideale solo grazie alla grande Finale di ieri, che giustamente lo ha premiato MVP; sabato, infatti, non era stato così performante, merito del muro di Perugia che lo ha tenuto fuori dal match. Non avesse giocato così avrei inserito Djuric come opposto, per il suo apporto sia in semifinale, che in finale dove è stato il migliore dei suoi: oltre che in attacco, ha saputo essere prezioso anche in difesa quando ce n'è stato bisogno.
In banda non si può non mettere Ngapeth: una furia, sembrava uno squalo che sentiva l'odore del sangue della preda, per quanto è stato cattivo e presente in quasi tutte le fasi di gioco; a partire dal secondo set della semifinale, è stato devastante in attacco, al servizio, e si è sacrificato molto in difesa, arrivando anche a palleggiare in alcuni scambi: quando gioca così è immarcabile. L'altro posto in banda è occupato da Urnaut perchè è stato il più continuo tra gli altri schiacciatori: seppur molto alternato con Antonov, i suoi servizi sono stati una delle chiavi per vincere con la Lube, e unno dei modi con i quali Trento ha provato a rimanere aggrappata fino all'ultimo alla finale.
Centrali Saatkamp/ Solè; Lucas Saatkamp una vera furia, devastante l'asse con Bruno per i primi tempi, mortifero con il servizio, e se anche a muro si fa sentire, sono dolori per gli attaccanti avversari. Solè è stato molto bravo nel match contro la Lube, dove ha fatto molto bene a muro ed anche con i suoi primi tempi: prezioso.
Libero è Rossini: ha difeso tutto quello che c'era da difendere, sempre presente e sicuro. Ma anche Colaci non ha sfigurato.
In definitiva abbiamo assistito a due giorni di grande volley, con tante giocate spettacolari e di contenuti tecnici molto elevati, in partite molto vibranti e piene di emozioni; forse la finale si è rivelata meno equilibrata del previsto, ma vedere Modena giocare in questo modo è stato comunque un grande spettacolo. Un grande spot per il volley: complimenti a Modena, ma anche a Trento, Perugia e Civitanova per lo spettacolo offerto.
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